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SERGIO CAPUTO E IL MAMBO PLASTICO CHE STUPISCE

Uscito il nuovo singolo dal beat intelligente e fuori dagli schemi del mainstream

di Merry Diamond

Per questa estate 2025, Sergio Caputo alza il volume e abbassa il tasso di banalità con “Plastic Mambo”, un singolo che suona latino, fa ballare, ma — come da tradizione Caputo — non rinuncia a stuzzicare il cervello.

Con la sua miscela di mambo contaminato, ritmi spezzati e armonie jazz, Caputo torna a fare quello che gli riesce meglio: sovvertire le regole del mainstream, restando comunque dentro la stagione estiva, ma fuori dagli schemi. In un panorama dominato dal “format da classifica” – quei brani scritti con il solo scopo di scalare classifiche, vincere premi e diventare “tormentoni” a comando – Plastic Mambo è l’alternativa consapevole. C’è ritmo, sì. Ma anche contenuto, ironia e stratificazione narrativa.

Il brano racconta di una coppia alla deriva, naufragata non su un’isola deserta, ma su un’isola… di plastica. Il riferimento è chiarissimo: il famigerato plastic patch che galleggia nell’Atlantico, grande tre volte il Texas. Un inferno artificiale dove tutto è finto: i bar, le piante, i cocktail. Una metafora sottile (ma neanche troppo) del presente. Di una realtà che ci ha “plastificati”, che scorre in loop tra vacanze tutte uguali, vite sospese e ritmi sempre più scollegati dalla vita vera.

E qui entra in scena il punto chiave del pezzo: il ritmo come unica via di fuga. Se tutto è finzione, Caputo suggerisce che solo il beat può restituirci la voglia di esistere. Il mambo, quindi, non è solo un vestito sonoro: è una scossa vitale, un invito a riscoprire il movimento, il piacere e l’autenticità, anche quando tutto intorno sembra posticcio.

“Plastic Mambo” si inserisce perfettamente nella scia delle sue canzoni più lucide e ironiche – basti pensare a “Trio vocale militare” (1986), che già allora anticipava le paure per un mondo dominato da plastica, guerra e scenari artificiali. Oggi, Caputo non cambia rotta: offre musica che diverte, ma non si piega. Mentre molti artisti inseguono formule da streaming e slogan estivi già confezionati, lui offre un’alternativa colta e ritmica, ma mai pesante.

Chi cercava il solito tormentone, resterà sorpreso: “Plastic Mambo” non è costruito per piacere, ma per risvegliare. E se poi fa ballare anche, tanto meglio.

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