L’artista racconta il viaggio interiore dwl nuovo singolo “PELLE DI PROZAC” disponibile dal 14 marzo su tutte le piattaforme di streaming digitale

Con “Pelle di Prozac”, Luca V firma un brano che scava nelle pieghe più intime dell’animo umano. Un viaggio interiore raccontato in prima persona, dove malinconia e disorientamento diventano compagni silenziosi. Il testo, costruito su immagini frammentarie e visioni sfocate, restituisce una realtà che si confonde col sogno, tra ricordi che si dissolvono e un presente difficile da afferrare.
Il titolo stesso è una dichiarazione d’intenti: Pelle di Prozac diventa simbolo di una corazza fragile, costruita per difendersi dal dolore, ma che finisce per isolare. Il senso di alienazione si amplifica attraverso citazioni come il “dejavu”, che evocano un loop emotivo da cui è difficile uscire. Il tema della comunicazione mancata e della distanza emotiva dopo una relazione fallita attraversa ogni verso, rendendo il brano una confessione sussurrata più che una narrazione lineare.
Musicalmente, Luca V opta per sonorità che oscillano tra l’indie e l’emo-pop, creando un’atmosfera sospesa, intima e malinconica. La produzione essenziale lascia spazio alla voce e ai pensieri, trasformando ogni parola in un frammento emotivo. Un brano che non ha bisogno di gridare per colpire, perché la sua forza sta tutta nella delicatezza.
Ciao Luca! Che messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo?
Con il mio nuovo singolo voglio raccontare quella parte nascosta di noi che spesso teniamo a bada o mettiamo sotto il tappeto. Parlo di insicurezze, di momenti in cui ci si sente fuori posto, di quella sensazione di non riuscire a spiegarsi davvero, nemmeno con chi ci vuole bene.
Non è una canzone che cerca risposte facili, ma piuttosto una fotografia sincera di quando ci si sente fragili, bloccati, in lotta con se stessi. Ma c’è anche una scintilla di speranza: il desiderio di aprirsi, di fare un passo verso l’altro, anche se con fatica. Di trovare, in mezzo al caos, qualcuno che resti.
Il messaggio che spero arrivi è questo: va bene non stare sempre bene, va bene sentirsi rotti a volte. L’importante è non smettere di cercare un contatto, di parlare, di condividere. Perché anche nella vulnerabilità c’è una forma potente di forza.
Da cosa trai ispirazione per le tue produzioni?
Sinceramente dalle melodie che mi vengono in testa Poi cerco sempre di scrivere con un tema ben preciso in testa… e finora questa “tattica” sta funzionando bene.
Facciamo un salto indietro nel tempo, quando e come è nata la tua passione per la musica?
La mia passione per la musica è nata quando avevo circa 4 anni, grazie a una chitarrina giocattolo a cui mi affezionai subito. Quell’esperienza mi ha avvicinato al mondo musicale fin dalla tenera età.
Tuttavia, è stato solo dopo il diploma al Liceo Scientifico Amedeo Avogadro di Biella che ho iniziato a considerare seriamente la musica come una carriera professionale. Ho iniziato a scrivere canzoni, utilizzando inizialmente lo pseudonimo “Lucido” e successivamente, nel 2020, adottando il nome d’arte “Luca V”.
Questo percorso mi ha portato a fondere diversi generi musicali, tra cui pop, indie e influenze cantautorali, per esprimere al meglio la mia identità artistica.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro e/o sogni nel cassetto?
Come progetti futuri o pubblicare circa una canzone al mese mantenendo una cerca costanza di pubblicazione e sogni nel cassetto…. Sono poter continuare a fare musica nella maniera che amo.
Quali artisti hanno influenzato e accompagnato la tua crescita?
Fin da piccolo ho ascoltato tanta musica diversa, e credo che sia proprio questa varietà ad avermi formato. Sono cresciuto con i grandi cantautori italiani, da Lucio Dalla a De André, che mi hanno insegnato quanto conti il peso delle parole. Poi, col tempo, mi sono avvicinato a sonorità più attuali: l’indie italiano, artisti come Calcutta o Frah Quintale
Progetti per il prossimo futuro?
Rilasciare circa una canzone al mese e iniziare a farmi conoscere nella mia città, Biella.