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GRECIA, COLPITO DA INCENDIO IL CAMPO PROFUGHI DI SAMOS

Il sovraffollamento di profughi, la causa della sommossa che diventa scontro fra etnie

di Davide Iannuzzi

Nella notte del 14 ottobre il campo profughi dell’Isola greca di Samos nell’Egeo orientale è stata teatro di scontri per una faida tra la fazione siriana e quella afgana. Lo scontro è sfociato in episodi di accoltellamenti a seguito dei quali è stato dato fuoco alle tende provocando così l’ evacuazione di oltre 5000 profughi che si sono riversati per le strade. Non ci sono strutture di accoglienza nell’isola oltre il campo profughi dimensionato per ospitare dalle 650 alle 700 persone. Edifici presi di mira come rifugi e scuole messe a disposizione, come quella di Nicolò Govoni che ha offerto riparo 250 persone. Ma in gran parte la folla si è riversata in strada e spiaggia. Molti hanno perso tutto ciò che possedevano, tende, documenti e abiti. Si parla di un ferito in gravissime condizioni che alcuni danno ormai per morto. Il totale dei profughi non accolti nel campo è di circa 6000, distribuiti sulla collina intorno al campo stesso e quindi costretti a vivere all’aperto in quella che molti chiamano “la giungla”.

Pochi alberi intorno ai quali sono state allestite tende provvisorie e circondate dai rifiuti. Le uniche strutture igieniche sono le poche unità del campo profughi che generano lunghe file per essere usate da tutti e anche la distribuzione del cibo presenta gli stessi disagi. Nel cuore della notte gli insorti hanno brandito armi rimediate di ogni tipo provocando una ferita al cuore dei diritti umani che si estinguono tra le fiamme della povertà. Un italiano del posto che sta ospitando alcuni di essi ha dichiarato: ” la situazione è drammatica. Mentre scendevo con la macchina mi sono trovato circondato da circa 200 persone armate di bastoni e spranghe che salivano al campo per la faida contro gli afgani”

Si ringrazia Davide Conti

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