Il Maestro Francesco Daniele, fondatore di una delle più attive etichette discografiche a ruota libera tra progetti e segreti di un lavoro che ha ancora molto futuro
di Davide Iannuzzi
Deborah Bright, Giada Stone, Blacksheep Noise sono solo alcuni dei nomi che popolano il catalogo dei giovani artisti prodotti dalla World Fonogram Records, che getta un occhio alla storia mettendo in pista l’ultima produzione dello storico bassista Dino Kappa per poi risalire al pop di Andrea Nania, al chitarrismo classico di Andrea Causapruna e al giovane ed energico rock degli IRose. Il fondatore del progetto punta sulla qualità più estesa e multiforme di un catalogo fondato sullo scouting, sull’etica del lavoro e sull’inclusività, senza preclusioni di genere e merito. L’industria discografica deve guardare oltre le omologazioni e gli stereotipi delle major. Tanto più in un mondo moderno fatto di estesa diffusione, accesso veloce e libera utenza. L’era del digitale e delle auto produzioni possono aver cambiato molte modalità operative del settore, ma spetta poi alle competenze dei suoi attori difenderne l’essenza più immutabile.
Cosa significa essere imprenditori nel mondo della produzione discografica nei nostri giorni, dove la fruizione della musica è affidata in gran parte alle piattaforme e all’uso di device come lo smartphone?
Essere imprenditori oggi è una prova di coraggio maggiore rispetto al passato in quanto la concorrenza è maggiore, è più facile trovare nuovi competitor e l’ausilio delle nuove tecnologie permette a chiunque di svolgere un’attività professionale con estrema facilità, purtroppo però aumenta il numero degli improvvisati e dei dilettanti che influisce sui mercati in modo negativo.
Come è nata l’idea di fondare un marchio come World Fonogram, e di quali tra le tante sfide da affrontare era maggiormente consapevole del loro elevato grado di difficoltà?
In realtà l’idea nasce da un mio vissuto personale. A seguito del diploma di conservatorio mi rivolsi a moltissime case discografiche per cercare di far carriera da musicista e arrangiatore. Questo percorso di ricerca mi fece riscontrare moltissima approssimazione e realtà di cui l’unica certezza consisteva nelle numerose promesse di prosopopeiche realizzazioni. Decisi di creare una realtà che fosse il più concreta possibile e decisamente solida in ogni sua parte.
Una delle principali caratteristiche di World Fonogram è certamente l’intensa attività di scouting; quali sono i principali aspetti che un imprenditore discografico tiene presente nella valutazione di un profilo artistico?
Certamente siamo sempre attenti e sensibili nel voler valutare nuovi talenti, artisti perché ci piace espanderci e crescere con costanza insieme a loro, tuttavia siamo molto selettivi poiché il semplice talento (seppur a volte fenomenale) non ci basta, vogliamo di più! Nello specifico cerchiamo brave persone disposte a capirsi, a capire e a evolversi con umiltà, impegno e sacrificio.
Sono le tendenze discografiche del momento che orientano gli investimenti per il lancio di un artista oppure il credere nell’originalità di una determinata proposta con i conseguenti annessi rischi?
Chiaramente ciò che è di tendenza fa il mercato ma noi di World Fonogram e Musica Records (nostra sub-etichetta) crediamo che la musica sia musica! Qualsiasi genere musicale trova sempre il suo spazio nel mondo e nei cuori della gente, non ci diamo mai alcun limite di idea e d’impresa. Gli investimenti sono sempre mirati cercando di contenere il rischio di fallimento dell’operazione discografica nella percentuale minore.
Gli investimenti globali (tempo, impegno, fatica, risorse finanziare) sono comunque commisurati alla forma mentis degli artisti.
Al centro della produzione discografica c’è l’artista… i singoli, i video, le promo e gli altri servizi vengono dopo di essi, per tanto gli artisti devono capire che la possibilità di fare successo è determinata anche dal loro modus operandi , dal proprio atteggiamento personale e impegno.
Perché al giorno d’oggi, viste le grandi opportunità a costi molto bassi che la tecnologia mette a disposizione per potersi auto produrre un giovane artista dovrebbe comunque affidarsi a un marchio?
Ottima domanda: perché? A favore degli artisti dico però che è difficile trovare realtà serie e comprendo che poi per evitare delusioni cerchino di andare avanti da soli. Rispondo semplicemente con alcune metafore: “Poter andare a fare la spesa per comprare gli ingredienti per cucinare non vuol dire necessariamente essere un grande chef, esattamente come poter andare in un autoricambi a comprare la frizione non vuol dire saperla sostituire e aggiungo oltre: potersi permettere una moto da corsa non vuol dire poter partecipare ai campionati mondiali essendo privi di un team, di persone esperte nel campo e della giusta esperienza”.
Il mondo discografico è fatto di un determinato sistema che bisogna conoscere e in tutte le attività d’impresa ci sono diversi settori che devono essere seguiti da persone esperte e indicate! L’artista deve fare l’artista, il discografico: il discografico, l’editore: l’editore e via dicendo con i musicisti, gli arrangiatori, i promoter, i manager. Oggi alcuni artisti credono di poter fare tutto da soli ma solo all’inizio, poi crescendo cominciano a capire e le cose cambiano.
Possiamo citare qualche giovane artista della World Fonogram, assieme alle novità più imminenti?
Ho fatto una scelta estremamente coraggiosa sin dall’inizio: Ho voluto credere esclusivamente negli artisti emergenti nella scommessa di voler riuscire ad aiutarli a posizionarsi nel mercato personalmente! Sono fiero di Deborah Bright, Giada Stone, Dea Gabry, Blacksheep Noise, Andrees Kalì, Andrea Causapruna, Jack The Wretch e di altri artisti con cui abbiamo iniziato di recente la collaborazione (che oggi volutamente non cito perchè ancora presto) in quanto si sono dimostrati molto seri, solidi e riconoscenti. Stiamo lavorando INSIEME e sottolineo INSIEME! per raggiungere tutti i nostri obiettivi sfidanti.
Abbiamo raggiunto già piccoli-grandi risultati.
Lei proviene dalla formazione accademica del conservatorio, in cosa essere musicista favorisce l’approccio al mondo della produzione e della distribuzione?
Studiare è fondamentale altrimenti si finisce a essere degli eterni improvvisati! Mi spiego meglio: Il talento non s’impara a scuola ma studiare e acculturarsi vorrà dire perfezionarlo.
Tanto alla fine tutti poi vanno a caccia di informazioni per migliorare sé stessi o qualcosa.
Durante il suo percorso avrà certamente avuto modo di confrontarsi con colleghi del mondo major e indie, può citarne qualcuno assieme a qualche aneddoto?
Non per essere indiscreto, ma tendo a nominare le grandi personalità della musica con cui ho collaborato il meno possibile e solamente quando è strettamente necessario, indicato.
L’unica cosa di me di cui parlo di me è la mia musica, le mie opere e i miei lavori.
Ringrazio tutti coloro con cui ho avuto l’onore di poter collaborare, mi hanno insegnato tanto e ho dato loro tanto anche io perché nella vita è bello prendere ma soprattutto poter ricambiare! Sono stato co-arrangiatore e manager di artisti di rilievo nazionale e internazionale, forse un giorno scriverò un libro al riguardo o forse no… ci penso.
Cosa pensa delle piattaforme digitali e dello streaming, opportunità o limite?
Abbiamo la gioia di essere distribuiti da BELIEVE DIGITAL ed è l’unica forma di distribuzione che abbiamo. Pensiamoci bene: Chiunque oggi può distribuirsi autonomamente (Distrokid, Tunecore, Discology, iMusician…. ) e farsi vedere con molta facilità (Youtube, Facebook, instagram, Tik,Tok, eccetera) negli anni 90 era così facile per un emergente farsi ascoltare, vedere e distribuire? Certamente no! Quindi da questo punto di vista rappresentano una grande opportunità e al contempo diventano anche un grande limite, in quanto molti pensano scioccamente che basti utilizzare questi mezzi tecnologici per poter divenire famosi ma la realtà è ben diversa, molto diversa!
Ragionando sul lungo termine come compete a un imprenditore, che tipo di panorama discografico vede all’orizzonte da qui ai prossimi 10 anni, in termini di produzione, distribuzione e cultura individuale dell’ascolto?
Fare previsioni oggi come oggi è difficile, quasi impossibile. L’avvento dell’intelligenza artificiale sta creando molte opinioni discordanti ma fino a qualche anno fa nessuno avrebbe previsto questo fenomeno e le reazioni di mercato che avrebbe suscitato. Come imprenditori è necessario darsi degli obiettivi e una rotta da seguire ma al contempo bisogna essere grandi osservatori ed essere pronti a rivedere i propri piani in seguito alle reazioni del mercato che subisce repentine e spesso imprevedibili variazioni. Il mercato discografico è in crescita fortunatamente e l’unica ipotesi che azzardo è un possibile ri-accentramento delle case discografiche come era in passato.
Lei non sembra aver rinnegato il suo dna di musicista e compositore come il brano musicale “immersion” dimostra visti gli importanti riscontri di share. Cosa bolle di artistico nella pentola del Maestro Francesco Daniele?
Ho dedicato moltissimo tempo alla casa discografica e ai miei amati artisti. Ho pubblicato “Immersion” come mio primo singolo su insistenza di alcuni amici e fans. A breve pubblicherò una serie di miei EP e ALBUM.
Maestro siamo ai saluti, vorrebbe ringraziare qualcuno in particolare?
Gentilissimo Davide colgo l’occasione di ringraziarLa della disponibilità, dell’attenzione e dell’opportunità .
Voglio ringraziare e salutare tutti gli artisti, gli autori, i collaboratori, i coproduttori, gli sponsor, gli amici, i sostenitori e fans della World Fonogram Srls – records & publishing e di tutte le sue sub-etichette.
Ringrazio il mio fraterno amico Giovanni Valle (di Thaurus publishing) per avermi sempre spronato e accompagnato in questo viaggio difficile ed entusiasmante.
Ringrazio non per ultima, la meravigliosa Deborah Bright per aver condiviso ogni parte della mia vita professionale e non. La World Fonogram esiste anche grazie a lei in quanto co-fondatrice.
Un saluto a tutti coloro che ci avranno letto, Grazie di cuore!