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PERCEPIVANO IL REDDITO DI CITTADINANZA SENZA AVERNE TITOLO

Per una somma complessiva stimata di 229.513,81 euro i Carabinieri del Comando Provincialedi Roma denunciano 23 persone a seguito di accertamenti svolti in osmosi con le Banche Dati di I.N.P.S

ROMA – Proseguono gli accertamenti dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma in ordine alla verifica del possesso dei requisiti utili alla concessione del “Reddito di Cittadinanza”.  Gli accertamenti sono costantemente svolti in osmosi con le Banche Dati di I.N.P.S., Motorizzazione Civile e Anagrafe, che permettono di avere un quadro ampio ed esaustivo circa la regolarità o meno delle istanze presentate per ottenere il sussidio, concesso dal Governo Italiano per contrastare povertà, disuguaglianza ed esclusione sociale.I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, a conclusione di un’ampia attività di riscontro e verifica, hanno denunciato a piede libero 23 soggetti – tre dei quali cittadini stranieri – gravemente indiziati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Si tratta di persone che hanno dichiarato di essere in possesso dei requisiti riuniti nel decreto legge 4/2019 convertito con modificazioni dalla Legge 26/2019 che, tra l’altro, disciplina la platea di soggetti che possono accedere al beneficio economico. Le istanze prese in esame sono risultate, alcune falsamente certificate, altre mancanti delle comunicazioni previste dalla Legge in caso di sopraggiunte caratteristiche che prevedono la decadenza del Reddito di Cittadinanza anche a coloro che possedevano, inizialmente, i requisiti necessari.

I Carabinieri, normalmente, effettuano verifiche in questo senso sul conto delle persone che vengono arrestate o denunciate a piede libero nel corso delle normali attività di controllo o che risultano indagate in operazioni di servizio più articolate: nel caso specifico, le posizioni prese in esame dai Carabinieri sono state, perlopiù, quelle degli indagati coinvolti nell’operazione “Tritone”– a seguito della quale 65 persone finirono agli arresti, alcune delle quali gravemente indiziate di far parte di un’associazione per delinquere di stampo mafioso per aver costituito una “locale” di ‘ndrangheta con base tra Anzio e Nettuno, riuscendo ad infiltrarsi anche nelle pubbliche amministrazioni e gestendo operazioni di narcotraffico internazionale – e altre recenti operazioni. Dai calcoli effettuati dai Carabinieri, le 23 persone avrebbero percepito, in assenza dei requisiti di Legge, la somma complessiva di 229.513,81 euro. I deferimenti sono stati trasmessi alle Procure della Repubblica di Napoli, Velletri, Tivoli, Palmi e Latina.

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