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MEDAL, SOUND D’AUTORE PER UN’ANIMA ROCK/INTERVISTA

A pochi giorni dall’uscita del nuovo singolo l’artista di Catanzaro racconta il suo percorso professionale e i suoi piani futuri

Medal, all’anagrafe Marco Medaglia, nasce in un comune della provincia di Catanzaro nel 1987. Cresce sotto l’influenza degli ascolti della madre (Zero, Pausini, Cugini di campagna), durante l’adolescenza si appassiona alla musica rock, grazie ai dischi scambiati in treno tra amici, durante i viaggi per arrivare a scuola.

Il suo nomignolo nasce con gli amici per gioco sui social, quando cominciò a suonare in giro con la sua band e deriva dalla traduzione in inglese del suo cognome.

Fin da ragazzino si dedica alla scrittura di canzoni, suonando il piano alle scuole medie e la chitarra alle scuole superiori, inizia a cantare nella sua prima band chiamata “No way out” incidendo Promo e singoli, pubblicando un EP per Narcolettica records e suonando dappertutto in giro per la Calabria. Successivamente con i “Daily grind”, pubblica un nuovo EP (Until the end), per This is Core Music/Wynona Digital, che lo porterà a suonare in oltre 100 concerti in giro per l’Italia, fino a concludere il suo percorso col gruppo al ritorno da un tour in Spagna e Francia.

Nel 2016 spinto dalla necessità di esplorare nuovi generi musicali, Medal (pianista e chitarrista mancato) inizia a comporre e scrivere brani in italiano. 

Sahara” è un brano che descrive un’atmosfera estiva e festosa che ci ricorda l’importanza delle piccole cose quelle che non si possono acquistare, dell’essere presenti nei momenti di bisogno dove la solitudine può essere contagiosa anche quando si è circondati da un mare di gente, facendoci sentire persi come in mezzo al Sahara. Una spiaggia torrida, una canoa e delle grattachecche al limone, ci raccontano vite in costante equilibrio tra la monotonia degli impegni quotidiani e la sensazione di libertà data dalla felicità.

Ciao Medal, benvenuto! Che messaggio vuoi comunicare con il tuo nuovo singolo “Sahara”?

Il messaggio di Sahara è quello di scegliere bene le persone con cui condividere i bei momenti, di ricordarci quanto siano importanti le piccole cose da condividere con esse. In un mondo in cui si naviga sempre più a vista, gli affetti e le piccole cose sono le nostre ancore.

È facile avere tante persone attorno quando le cose vanno bene e si è felici, molto meno quando non è così…

Il tutto all’interno di un clima estivo e spensierato, che mi piaceva nel contrasto col testo e il suo messaggio.

Da cosa trai ispirazione per le tue produzioni?

La maggior parte delle volte da ciò che mi colpisce nella vita, che mi dà il bisogno di condividere una sensazione, un’esperienza, una storia. Spesso è proprio il bisogno di metterle nero su bianco per sentirle come se non mi appartenessero più e si separassero da me nel momento in cui prendono vita e vengono condivise.

Facciamo un salto indietro nel tempo, quando e come è nata la tua passione per la musica?

Inizia con lo stereo di mia madre e le sue cassette di Zero e altri cantautori italiani a metà degli anni ’90, messi la domenica mattina ad alto volume durante le pulizie di casa. Da lì tra amici e radio, comincio ad ascoltare tanta musica, dai cantautori italiani a band punk, metal, grunge, e tante altre, decidendo di voler imparare a suonare qualcosa o di cantare. Comincio seguendo lezioni di piano e chitarra, fino a ritrovarmi in una band composta da amici che cercavano un cantante. Mi propongo, proviamo, ci divertiamo molto insieme e da lì diventa un appuntamento fisso settimanale, dove cominciai a portare idee e testi da condividere con gli altri, sul treno serale che ci portava in saletta.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro e/o sogni nel cassetto?

Non vedo l’ora di fare uscire altri singoli sui quali sto già lavorando, e se devo parlare di sogni allora la sparo grossa e dico partecipare a Sanremo un giorno, festival e tradizione a casa mia da quando ero piccolo, seguito da sempre. Se posso esagerare aggiungo: riempire uno stadio in tour e scrivere un brano per una serie TV! Lo so, ho esagerato…

Quali artisti hanno influenzato e accompagnato la tua crescita?

A questa domanda non so mai cosa rispondere di preciso, perché alla fine ciò che ci influenza è tutto ciò che ci circonda e ascoltiamo. Se parto dall’infanzia dico Dalla, Battisti, Zero, Raf, Mannoia, De Gregori, De Andrè, etc. Se parliamo di adolescenza, inizialmente varie boyband, poi Nirvana, System of a Down, Korn, Linkin Park, il punk rock italiano tipo Moravagine, Punkreas, Peter Punk, fino ad arrivare a Rufio, Much the same, Nufan, NOFX, Satanic Surfers ma anche Alberto Camerini, Tenco, Rettore, la musica anni ’80 e la disco anni ’90.

Avevo centinaia di cd in camera e un centinaio in auto, che aumentavano costantemente. Adesso sono a periodi come genere, anche se in generale mi piacciono i brani fatti bene e restare aggiornato su tutte le nuove uscite, ma davvero, sono a periodi.

Progetti per il 2022?

Sicuramente pubblicare un altro singolo, buttare giù nuove idee e cominciare ad organizzare tutto il lavoro del 2023.

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