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VALERIA CALIANDRO, L’ARTIGIANA CHE SCOLPISCE LA VITA IN MINIATURE /INTERVISTA

A pochi giorni dalla pubblicazione del nuovo album intitolato “Miniature” l’artista toscana racconta l’essenza di un progetto intimista dal valore collettivo

Dopo il lancio di “Firmamento”, il singolo uscito a fine dicembre 2021 la cantautrice di Prato pubblica il suo terzo album intitolato “Miniature”. Registrato al GRS studio di Firenze da Lorenzo Buzzigoli il disco si compone di 9 tracce legate da un costante e caratterizzante dialogo tra musica classica contemporanea e dark pop, entro il quale prende vita il tema del sogno, sia esso vissuto von paura oppure ritenuto atto di coraggio. Abbiamo incontrato l’artista per parlare di questo progetto, le cui fonti sonore sono la voce e il piano, sapientemente arricchite da un gusto orchestrale essenziale e minimale.

È da poco uscito il tuo nuovo disco. Com’è nato e qual è il messaggio che dovrebbe essere colto dagli ascoltatori?

Ho iniziato a scrivere il disco prima della pandemia. E’ nato come gli altri dischi, è un processo ciclico per me. Scrivere canzoni è un’attività che riguarda il mio quotidiano, un’attività ordinaria. Ciclicamente ho bisogno di racchiudere qualcuna delle mie composizioni in un album, come le fotografie di un momento. Credo che il messaggio che dovrebbe essere colto dagli ascoltatori sia racchiuso nel brano “Un cuore così bianco”: esiste solo il viaggio / ovunque vada. Un disco è un mondo, una sensazione da attraversare, forse non c’è niente da capire.

Cosa rappresenta la cover dell’album?

Dopo anni di immobilità e di isolamento, nella cover rappresento una statua che ha ripreso vita, luce e colore.

C’è un brano del disco a cui ti senti particolarmente legata?

Tutte. Scrivo in modo piuttosto viscerale.

In quanto tempo è maturato il nuovo progetto discografico?

I miei processi sono sempre piuttosto lenti. Avevo iniziato a scrivere nel 2018, poi è arrivata la pandemia e i tempi si sono protratti ulteriormente. Abbiamo cercato di sfruttare le attese a nostro favore per prenderci cura degli arrangiamenti e lavorare bene nei particolari. Forse non è un caso che abbia deciso di chiamarlo ‘Miniature’.

C’è qualche aneddoto curioso, accaduto durante le registrazioni del disco che vuoi raccontarci?

Parte delle registrazioni sono avvenute in piena ‘zona rossa’. Andare in studio a registrare voleva dire letteralmente essere liberi di muoversi. Ricordo lunghi viaggi su un’autostrada completamente deserta in cui ascoltare e riascoltare i provini. Inquietante e bellissimo.

Altri progetti per il 2022?

Spero di concludere l’anno suonando il disco il più possibile, portarlo lontano.

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