Mediafrequenza incontra LØVE, musicista della scena romana che unisce il rap alla tradizione melodica
“SOTTOZERO”, nuovo brano di LØVE, è una canzone dal testo profondo e introspettivo, la storia di un vano tentativo di attingere dai ricordi di un sentimento passato per colmare un vuoto presente. Il testo procede per metafore e riferimenti personali alla vita relazionale dell’artista con strofe che alternano uno stile rappato melodico ad uno quasi parlato e delle sonorità che uniscono il pop e l’elettronica.
Spiega l’artista a proposito del nuovo brano: «“Sottozero” è una metafora continua, è il simbolo dell’ambivalenza dei sentimenti e della temperatura delle emozioni che sanno essere molto più fredde o calde rispetto al freddo o al caldo che avvertiamo intorno».
Il videoclip ufficiale di “Sottozero”, diretto da Lorenzo Lecci alla regia e da Diego Buonanno per la direzione della fotografia, cerca di restituire l’emotività fredda presente nel brano, sviluppandosi lungo un persistente contrasto tra flashback e immagini distese e serene che ricordano la relazione sentimentale vissuta e immagini attuali di riflessione e introspezione su ciò che c’era ed ora non ci sta più. Protagonista del video è lo stesso LØVE.
Come ti sei avvicinato alla musica?
Mi sono avvicinato alla musica all’età di 8 anni, quando grazie alla spinta dei miei genitori cominciai a prendere lezioni private di pianoforte, da quel momento la passione è cresciuta di giorno in giorno ed ho capito pian piano che la musica doveva essere la mia strada di vita.
Quando e perché hai smesso di studiare pianoforte?
Ho smesso di prendere lezioni di piano circa a 16 anni, perché mi ero reso conto che avevo un altro tipo di esigenza espressiva musicale. Sicuramente il pianoforte era importante, e l’ho sempre mantenuto nella mia vita, ma avevo bisogno di qualcosa in più, avevo bisogno di studiare altri aspetti della musica, in particolar modo quelli legati al canto. Le basi teoriche e gli apprendimenti che ho tratto da quegli anni di lezioni di pianoforte per me sono stati essenziali e lo sono ogni giorno sempre di più, se non ci fossero stati probabilmente ora non saprei nemmeno scrivere o comporre una canzone.
Come si concilia il tennis e la musica?
Lo sport, in particolare il tennis, è sempre stato l’altro grande impegno prioritario della mia vita, lo sport mi fa stare bene, ed è sempre stato anche una valvola di sfogo importante per me. Ho una grande ambizione in generale nella vita, non nascondo che negli anni in cui facevo agonismo in modo più serio avevo obbiettivi importanti anche riguardo una mia carriera da sportivo, poi ovviamente non si può portare avanti tutto allo stesso modo ed ho dovuto fare delle scelte, senza mai però escludere completamente una cosa o l’altra. Nel mio piccolo adesso continuo ad allenarmi e competere in tornei di tennis, anche se ormai molto meno rispetto a qualche anno fa, e cerco di non sovrapporre impegni importanti in ambito musicale con impegni sportivi, dando sempre ordini di priorità alle cose, con la musica al primo posto.
Come nasce un brano di Løve e quanto è importante il testo?
Non c’è una regola, un brano può nascere da un motivetto che mi risuona in testa, da una sequenza armonica particolarmente interessante mentre suono, o da una frase significativa attorno alla quale ritengo che valga la pena costruire un brano o raccontare una storia. Molto dipende anche dal contesto, ogni contesto secondo me ispira la scrittura di un brano in modo diverso: la situazione, l’ambiente circostante, lo stato d’animo, perché no anche le condizioni climatiche, sono tutti fattori che nel mio caso vanno a determinare il mood di un brano. Io se si può dire sono un “fanatico” del testo nelle mie canzoni, per me il testo è fondamentale, credo che ci siano tanti modi di comunicare, non necessariamente a parole o con un testo scritto, ma se fatto bene, ritengo che un bel testo sia lo strumento più potente e chiaro per comunicare sé stessi e non solo, ad un pubblico ampio.
Esiste ancora una scena romana? Chi ne fa parte?
Beh credo che esista e che soprattutto negli ultimi anni abbia avuto un impulso importante. Cantanti come Carl Brave, Franco 126, Coez, Gazzelle, Calcutta, Fulminacci, Måneskin ecc sono sicuramente tra i più in voga del momento ed hanno contribuito negli ultimi anni a spostare il focus discografico che fino a pochi anni fa era un monopolio del Nord Italia. Sicuramente il mio obbiettivo è quello di inserirmi in questa nuova e florida onda della scena musicale romana per dare il mio contributo artistico ad essa.
Il Covid ha cambiato qualche tuo piano?
Sicuramente ha cambiato i piani di tutti, ed ovviamente anche i miei. Molto banalmente l’aspetto più penalizzante è l’assenza di live, che per un’artista emergente sono fondamentali, se non altro per acquisire esperienza su un palco ed iniziare a farsi conoscere dal vivo, che per un’artista è sempre la prova del 9. Io, come tutti gli artisti, non vediamo l’ora di ripartire più forti di prima.