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SAN FRANCISCO, IL GIOVANE UCCISO AVEVA SBAGLIATO POSTURA NELL’ATTO DI ARRENDERSI

La polizia ha rivelato che l’agente-killer avrebbe scambiato un martello che la vittima teneva in tasca per una pistola pronta all’uso

di Davide Iannuzzi

La polizia degli orrori è anche quella degli errori. Non è bastata l’uccisione di George Floyd a gettare su di se il fango della vergogna, ora anche quello della beffa. L’agente che lunedì a Vallejo, in San Francisco – animata dalle proteste anti-razzismo – aveva ucciso un giovane che si era reso protagonista di un saccheggio all’interno di un supermercato sembra che sia stato ingannato da un dettaglio maledetto, un’illusione ottica scaturita dalla forma di un oggetto che in realtà poteva sembrare qualco s’altro.

E’ possibile scambiare un martello per una pistola? A quanto pare sembra essere proprio ciò che in realtà è beffardamente avvenuto, secondo quanto la polizia stessa a poi riferito.

L’irruzione degli agenti all’interno di un supermercato è costata un’altra vita. La vittima è il giovane di 22 anni Sean Monterrosa che viveva in California. Intimato da un poliziotto il giovane si era inginocchiato a terra tenendo le mani sulla vita ivece di portarle dietro la nuca. Il poliziotto ha scambiato il martello tenuto nella tasca della felpa che indossava Sean per una pistola, pronta all’uso e a portata di mano. I cinque colpi esplosi contro il giovane tracciano l’identikit di un agente di polizia il cui pensiero viaggia più lentamente delle mani. O forse è stato colto da forte tensione emotiva, troppe volte ultimamente sfuggita al controllo della ragione.

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