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CANOVA, LA BELLEZZA OLTRE IL GENIO

Continuerà fino al 15 marzo 2020 il suggestivo percorso interattivo allestito a Palazzo Braschi tra le opere del massimo esponente della scultura Neoclassica

di Paolo Marra

Ammirare la Danzatrice con le mani sui i fianchi girare su stessa in una sala interamente rivestito di specchi è il perfetto epilogo della mostra dedicata allo scultore Antonio Canova allestita al Museo di Roma fino al 15 marzo 2020, nella splendida cornice del Palazzo Braschi sito in Piazza Navona. Le forme della danzatrice, posta nell’ultima parte del percorso, lasciano stupefatti per sua leggiadria, la realistica levigatezza della pelle e per la sapiente capacità dell’artista di esaltarne la pudica fierezza del corpo sinuoso, appena visibile sotto le trasparenze di una leggerissima veste tenuta all’altezza dei fianchi.
Realizzata nel 1806, e proveniente dell’ Ermitage di San Pietroburgo, la statua fa parte di una raccolta di opere prestate da altrettanti musei tra cui i Musei Capitolini, i Musei Vaticani e la Gypsotheca e il Museo Antonio Canova di Possagno, comune di nascita di Antonio Canova.

La mostra ripercorre le varie tappe della vita dell’artista veneto : dal soggiorno nella città eterna dove si trasferì nel 1779 e dove ebbe la possibilità di entrare in contatto con le opere classiche greche delle più importanti collezioni romane e, soprattutto con artisti affascinati dal Neoclassicismo, fino al suo incarico di Ambasciatore per la restituzione delle opere sottratte allo Stato Pontificio da parte di Napoleone. Le 13 sezioni in cui si suddivide il percorso interattivo immergono il visitatore nello Studio in Via San Giacomo, luogo dove le varie fasi del processo creativo di Canova prendevano vita: i disegni a matita, i bozzetti elaborati con minuziosa dovizia e i modelli fino ad arrivare ai grandi monumenti funerari di Clemente XIV e di Clemente XIII, le Grazie e Amore e Psiche fra le sue opere più celebri e affascinanti.


Interessanti e coinvolgenti per ogni tipo di pubblico sono le installazioni tematiche ad iniziare dalla sala dedicata al confronto fra i marmi del Canova e le opere antiche: L’ Amorino Alato di Canova con L’Eros Farnese, L’ Apollo del Belvedere e il Gladiatore Borghese con il Perseo trionfante e il Pugilatore Creugante. L’impiego di ricercate soluzioni illuminotecniche inoltre rievocano l’ambientazione di fine settecento del laboratorio nel quale lo scultore al lume di candele mostrava le sue opere agli ospiti. Infine le statue sono allestite su basi girevoli secondo un desiderio dello stesso Canova; un accorgimento che conferisce alle opere dinamismo e vitalità permettendo allo spettatore di ammirare le diverse posizioni dei busti sotto svariate sfumature di luce.
Una mostra per conoscere o soltanto riscoprire la visione ancora moderna di un Artista senza eguali fatta di eleganza, e di quella semplicità evocata dal critico Francesco Milizia come “fine dell’Arte che sappia superare tutte le difficoltà.

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