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AMBIZIONE, COMPATTEZZA E LA MANO DI PETRACHI

Un Fonseca tutto italòfono alla vigilia di Roma Napoli

di Davide Iannuzzi

La mini striscia positiva dei recenti risultati inanellati dalla Roma deve aver fatto a Mister Fonseca più bene di quanto sembra, tanto da avergli concesso la padronanza della lingua italiana. Poche le parole, le più giuste, sintetiche e immediate quelle espresse nella conferenza stampa di questo primo pomeriggio a Trigoria. Abbottonato si, verso le indiscrezioni sull’utilizzo di Cetin e Juan Jesus, come sull’eventuale arretramento difensivo di Mancini a sopperire l’assenza dello squalificato Fazio, e mai stucchevolmente diplomatico, il tecnico portoghese non lesina complimenti ai prossimi avversari della sua squadra ai danni della quale ha già effettuato il sorpasso tre giorni fa. E se il Napoli è il più recente antagonosta dei giallorossi nella candidatura al secondo posto dall’insediamento di Garcia, la Roma sembra aver ripreso la marcia verso le zone più alte della classifica dopo il forzato anno sabatico della gestione Di Francesco e Monchi. Sembra che la filosofia del bel gioco e dei buoni risultati in un ritrovato rapporto di causa ed effetto si stia spostando al centro della penisola, tanto da rendere Roma Napoli un vero derby da vertice. Il pragmatismo dello squalificato Ancelotti non scalfisce la convinzione del club capitolino in una ritrovata compattezza di squadra, sia in campo che nello spogliatoio. Memorie recenti e lontane per i tifosi della Roma con Ancelotti e Manolas ma il tecnico portoghese richiama al raziocinio e al senso della missione a onor di maglia, che non ammette abbandoni nostalgici. “La squadra in questo momento sta mostrando una mentalità ambiziosa” così Fonseca si esprime sul tema dei ridimensionamenti indotti per via degli infortuni repentini, e senza lasciare spazio a facili esaltazioni sul talento individuale valorizza i giocatori di cui dispone in questo momento, assegnando loro fiducia e senso della responsabilità. I risultati, sia in termini di punti che di gioco sono contestualizzati al lavoro collettivo, tanto da fargli bypassare la prodezza stilistica di Kluyvert a Udine perchè percepita come conseguenza di meccanismi allenati e corroborati. Alla vigilia del big match che annuncia la quarta partita consecutiva del ritrovato Pastore il mister spende elogi per il Ds Petrachi, ascrivendone il merito di aver proposto l’arrivo di Smalling ma, e soprattutto, per il suo assiduo e riconosciuto presenzialismo. “E’ una presenza forte perchè è vicino alla squadra. E’ esigente e positivo. Tutti i giorni è con noi, questo è importantissimo”. Da tempo il lamento plebiscitario della tifoseria giallorossa tuona alle orecchie del ‘latitante’ Pallotta. Che questa volta l’impalpabile Presidente abbia azzeccato le giuste mosse al vertice?

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