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ORIENTAMENTO DISCOGRAFICO

The Invisible Child – Andrea Marcelli

di Davide Iannuzzi

Improvvisazione come scrittura, rigore e libertà per un processo di fusione in continua osmosi mutuato dalla forza dello stile. Estraneo al tecno centrismo solistico quanto attento e polimorfico alchimista Andrea Marcelli ha sempre percorso le molteplici derive del jazz e dalla musica colta per approdare a una formula di accademismo e sperimentazione fondata sull’interplay. Testa nel ritmo e cuore nella melodia, un modus esplorativo che va oltre i fasti della Third Stream; ne è una dimostrazione The invisible Child, album di recente pubblicazione che racchiude registrazioni prevalentemente live maturate in anni di affiancamento con musicisti provenienti da molte parti del mondo con cui ha potuto instaurare un dialogo cosmopolita più evoluto e maturo rispetto alle prime cavalcate discografiche sull’onda jazz fusion. L’assidua ricerca di convivenza sociale tra linguaggi contrapposi emerge sin dalla traccia di apertura, “Il Siciliano” antica danza popolare in terzine resa celebre in epoca barocca dalla Sonata per flauto e clavicembalo di J.S. Bach dove l’improvvisazione, quasi silenziosa, tenue e rispettosa si insinua nelle fitte trame di clarinetto, allargate e tessute con quelle del fraseggio pianistico dell’inseparabile Ekkehard Wölk abile nel trattenere l’impeto virtuosistico e sapiente nel pesare le note una ad una, ora in forma duettante ora di controcanto. Una seconda incursione nel classicismo, questa volta nella sfera operistica romantico/verdiana si ha con la seconda traccia, “Amami Alfredo” dalla Traviata; tema vagamente riconoscibile e completamente dominato dal fraseggio pianistico, impetuoso e totalizzante. Attraversando lo spettro della sezione fiati di “Almost spring in holmen” si approda a una visione più autoctona e pertinente della scuola contemporanea, dalle dissonanze novecentesche di“Verskworung” fino alle accentuazioni più cupe e cosmiche di “böse-Vorahnung” che dipinge scenari di inquieta e disarmonica instabilità molto vicina al pensiero di Edgard Varese e Pierre Boulez. Gli oltre settanta minuti di musica si chiudono con uno degli standard più classici, una scoppiettante “Caravan”che restituisce al polistrumentista Andrea Marcelli la legittimità e la presenza del suo principale timone, le percussioni.

Etichetta: Da Vinci Jazz Data di pubblicazione: 9 marzo 2018 EAN: 0793588412159

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