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LOCKDOWN A NAPOLI, È RIVOLTA

Guerriglia di fumogeni in piazza del Municipio. De Luca grida, “comportamenti criminali”

di Davide Iannuzzi

L’annuncio di lockdown di De Luca, programmato a Napoli per la prossima settimana ha generato il caos plebiscitario. E così ad aprire la prima notte di coprifuoco il 23 ottobre sono oltre un migliaio di manifestanti diretti verso la sede della Regione, in via Santa Lucia. A sfilare sono soprattutto esercenti danneggiati come i ristoratori, una delle categorie maggiormente colpite, ma in tono muscolare e violento si sono segnalati alcuni gruppi di estremisti infiltrati in vena di rappresaglie. Manifestanti sul lungomare e in piazza San Domenico Maggiore si accingono ad attraversare il corso Umberto in direzione piazza del Municipio.

Molti sono giovanissimi che esprimono il dissenso per le misure drastiche adottate, esibendo felpe e cappucci fino a spingersi al lancio di fumogeni e altri oggetti contro lo schieramento di poliziotti disposti in protezione del palazzo della Regione. Il grido di libertà si mescola a violente esternazioni che il questore Alessandro Giuliano definisce “veri comportamenti criminali”. La polizia risponde a suon di lacrimogeni, ma la rivolta dei manifestanti si incendia ancor di più. Due delle campane per i rifiuti urbani sono date alle fiamme mentre i cassonetti più robusti vengono predisposti a barriera protettiva contro la risposta delle forze dell’ordine.

La proposta di lockdown generale del governatore campano Vincenzo De Luca offre un primo squarcio di reazione popolare su cui il Governo dovrebbe meditare, per evitare le scongiurate rivolte che tutti temono poter accadere. Ma sulla coscienza di parte del plebiscito gravano le responsabilità di assembramenti indiscriminati compiuti da molti giovani, incuranti dell’uso di mascherina. Un video che il governatore ha fatto mandare in onda mostra una festa di spiaggia organizzata da giovani che De Luca ha denunciato come atto di “irresponsabilità totale”.

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