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REBIBBIA, PASOLINI E UNA CHITARRA: “MAMMUT” E IL NUOVO SINGOLO DI GIMBO

Riferimenti letterari e metropolitani per una canzone che omaggia uno dei quartieri capitolini più affascinanti e controversi di Roma

Nella musica di Gimbo si trova la semplicità del cantautorato più puro, la concretezza di rime e suoni che vogliono raccontare una storia. Un block notes e una chitarra che si sposano, però, con un raffinato arrangiamento che omaggia i capiscuola del genere italiano come De Gregori o Dalla. Le suggestioni fugaci di un momento si susseguono tra strofe e ritornelli costellati di melodie e armonie, dove un delicato assolo di clarinetto chiude il brano. L’ensemble è completato dal contrabbasso di Giacomo Nardelli, dalla drum machine di Raina e Bootloop, dal clarinetto di Attilio Errico Agnello oltre alla chitarra dello stesso Gimbo.

Sia il testo, sia il videoclip sono dedicati al quartiere capitolino /Rebibbia. Proprio il titolo del brano Mammut, infatti, è ispirato alla mascotte di zona: un simbolico elefante preistorico che si aggira per le strade e per le piazze di questo luogo della periferia Nord-Est di Roma. Il video, realizzato con il patrocinio del Comitato Mammut, è dedicato a tutti quelli che questo quartiere, lo hanno vissuto e a chi ancora lo vive, all’impegno sociale delle persone e alle molte manifestazioni di questa unità.

Il brano descrive, in modo personale e simbolico le caratteristiche di quella zona attraverso lo sguardo del protagonista, che è proprio il Mammut. Questo girovagare è scandito da diversi riferimenti testuali dai film di Pasolini che nel quartiere visse, alla solidarietà di quartiere, ai writer del mondo Hip-Hop ed ai familiari dei detenuti che da fuori gridano verso il carcere per un saluto. Tutto lo screen play è costituito dalle tavole inedite della pittrice e illustratrice Clelia Catalano, che con il suo tocco ha creato e animato delicate composizioni che accompagnano testo e musica. Delicati accostamenti cromatici e pennellate oniriche descrivono scenari intimi fuori dallo spazio e dal tempo. E come racconta Gimbo: “Ciascuno, in modo diverso, è parte della vita del quartiere…”.

Con il nome Gimbo, l’artista ha voluto, da un lato, affermare le proprie radici (è come lo chiamavano da piccolo) e, dall’altro, citare implicitamente artisti noti con lo stesso soprannome tra cui Gilberto Gil e Jim Morrison. Questo nome, poi, accomuna diversi musicisti appartenenti a diversi generi musicali così come la musica di Giampietro travalica le “frontiere” e si lascia influenzare dal reggae come dalla musica caraibica, dall’afro come dal folk americano, muovendosi con disinvoltura verso la popular music.

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