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L’editoriale

Le guerre e l’infinito grido straziante delle vittime civili

11 febbraio 2020

di Davide Iannuzzi

11 febbraio, l’apice di un evento mediatico fortemente voluto e motivato da ragioni etico-civili come imprescindibile presupposto per una campagna di sensibilizzazione collettiva. A Torino è il giorno clou nell’ambito della terza “Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo” (in svolgimento dal 4 febbraio tra mostre, testimonianze e incontri con le scuole) con l’atteso svolgimento del convegno “Mai più vittime civili di guerra” coordinato dal giornalista Giampiero Gramaglia nell’ambito del quale verranno discussi gli scenari mondiali protesi alla tutela dei civili nei conflitti armati. Ad animare la nutrita e titolata tavola rotonda ci saranno tra gli altri la vicepresidente del Senato Anna Rossomando e la viceministra egli Affari Esteri Emanuela del Re con un comune obiettivo, quello di restituire dignità e voce alle vittime civili nelle guerre del mondo con l’istituzione di un anno internazionale, che possa distinguersi, nei contenuti, dalla mera affrancatura di retorica civilista per spingersi verso la sensibilizzazione e il recupero delle coscienze. Lo svolgimento dei lavori che avrà l’uogo presso l’Arsenale della Pace di Piazza Borgo Dora, 61 includerà la presentazione di un comitato neo costituito da vittime civili di guerre italiane e presieduto dall’ambasciatore Umberto Vattani, unico funzionario nella storia della Repubblica Italiana ad aver rivestito per due volte la carica di Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri. La protezione delle vittime civili delle guerre rientra in un quadro di diritto internazionale e umanitario tanto più che ad esse devono sommarsi tutti coloro che ancora oggi, e chissà quanti domani continuano e continueranno a subire mutilazioni a causa di esplisioni di ordigni bellici disseminati ovunque. Pagine di cronaca e attualità che documentano uno stato di diritto individuale che va oltre la percezione dei confini nazionali e ideologici. E pensare che “L’Associazione Nazionale vittime civili di guerra” nasceva proprio nel pieno svolgimento della seconda guerra mondiale. Era il 1943 e assieme alla pioggia di bombe strategiche in caduta libera risuonavano forti gli echi di disperate grida.

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