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Cercare la felicità: il romanzo rosa di Susanna Diamanti sul senso della vita

Quando la vita ti pone di fronte a grandi sfide, la scelta più coraggiosa è l’amore. Un assunto che affiora dalle pagine di “Cercare la felicità” di Susanna Diamanti

Il romanzo rosa della scrittrice bolognese è stato pubblicato lo scorso maggio da Sicrea Libri in seguito al conferimento della menzione speciale “Il senso della vita”, per la seconda edizione del concorso letterario Emanuele Ghidini indetto nel gennaio 2022 dalla Fondazione Pesciolino Rosso in collaborazione con la casa editrice bresciana.

Susanna Diamanti è un’imprenditrice, titolare di un’azienda vitivinicola sulle colline di Bologna. La sua è una storia vincente, fatta di rinunce e sacrifici, di scelte forti e di grande entusiasmo. La passione per i libri nasce da giovanissima. Avrebbe voluto intraprendere gli studi letterari ma ha dovuto affiancare il padre nell’attività di famiglia. Dopo tutto, una laurea in economia e marketing del sistema agro-alimentare le avrebbe consentito di seguire al meglio la sua futura azienda. Oggi è una donna realizzata, è appassionata di scrittura e la sua opera prima assomiglia all’immagine di una vita caratterizzata da momenti controversi ma anche da grandi soddisfazioni.

L’autrice sceglie il romanzo rosa come genere speculare di uno spaccato femminile altamente contemporaneo. Il testo in parte ripesca il senso di leggerezza, passionalità, fatalismo, tipici del genere storico nato negli anni Trenta e divenuto famoso con il ciclo Layla grazie al grande interesse dannunziano, e in parte segue una nuova corrente di influenza nordamericana con sfumature meno esotiche e più realistiche e qualche punta di drammaticità.

Di fatto il racconto che narra le vicende di Laura, una ragazza benestante di La Spezia, e della sua formazione psicologica e realizzazione sociale, a un certo punto va a toccare il tema della pandemia che entra nel viaggio esistenziale della giovane caricandola di responsabilità e soprattutto di una visione più concreta e profonda della vita.

La narrazione che mette in campo la scrittrice bolognese è semplice ma ricca di sfumature di intensa umanità. Inizia con l’infanzia di Laura, una bambina orfana di madre ed estremamente legata a un padre molto facoltoso che, pur di renderla felice, soddisfa ogni suo capriccio. Una casa meravigliosa fa da sfondo alla vicenda, insieme a personaggi familiari come la matrigna, con la quale Laura ha un rapporto conflittuale, e una tata dal fare rassicurante e molto attenta ai suoi desideri. Paolo, invece, è il compagno di scuola e di giochi della bambina: di ceto meno abbiente, fin dalle prime battute si mostra sincero, affettuoso e leale. Con la scelta di iscriversi alla facoltà di medicina di Bologna, l’esistenza della protagonista comincia a diventare più intrigante, tra nuove amicizie e impegni accademici, una travolgente passione amorosa che metterà a dura prova la sua personalità, e certi fatali colpi di coda che le consentiranno di crescere in direzione del vero amore, dell’unica reale felicità.

Il senso psicologico aderisce perfettamente alla trama del romanzo. Cercare la felicità offre diversi spunti di riflessione sul senso esistenziale, sull’accettazione della morte e del dolore, sulla costruzione dei sentimenti più autentici e la speranza di un futuro basato su valori e solide passioni. Per l’appunto l’amore si pone come il giusto collante di tutta una vita in corsa verso l’autorealizzazione, non solo personale ma anche all’interno del tessuto sociale di un mondo in cambiamento.

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