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LA FASCIA A SMALLING? DZEKO SAPEVA DA SE COME DECIDERE

Pellegrini trequartista destro e maggior organizzazione in attacco, le suggestioni del mister che prendono forma

di Davide Iannuzzi

Coinciso e pragmattico come sempre nella conferenza stampa di Trigoria che anticipa la trasferta di Verona mister Fonseca risponde al plebiscitario quesito sulla permanenza di Smalling. Nel passaggio di consegna della fascia di capitado da Džeko al difensore inglese nessun messaggio premonitore. “I giocatori sanno chi sono i leader in campo” dichiara il tecnico portoghese che legittima il gesto del bosniaco, a molti parso una direttiva suprema. Ma la principale preoccupazione dell’intero entourage è la trasferta del Bentegodi. La Roma sembra davvero essere cresciuta verso se stessa, verso i limiti congeniti di un approccio alle gare visibilmente mutato in proporzione alla consapevolezza degli obiettivi perseguibili, e verso le contingenze del caso infortuni, ancora ascrivibili alla sfera del dogma. Pochi teoremi e molta sostanza per espugnare Verona come Istambul, ma anche molta cautela. “Abbiamo una partita con una squadra veloce sia in fase offensiva che difensiva. Loro hanno la seconda miglior difesa”, continua il tecnico nativo del Mozambico. Un vocabolario ancora comprensibilmente minimalista ma il bignami dei significati è quello giusto. Il mister mette tutti in riga silenziando sul nascere gli stratagemmi dialettici per estorcere anticipazioni tecnico/tattiche e rivelando solo qualche dettaglio: “Mikitarian? Non è pronto per giocare 90 minuti ma sta lavorando bene e migliora di giorno in giorno. Non è pronto fisicamente“. E sulla possibilità di un rinforzo per gennaio nel ruolo di Cristante: “Non pensiamo a un nuovo giocatore per la posizione di Cristante. Devo dire che la squadra è migliorata ed è stato importante il ritorno dei giocatori infortunati. Dobbiamo lavorare ancora per migliorare. Mi piace un gioco con maggior dominio sull’avversario, con il possesso palla più efficace, e giocare di più negli ultimi 30 metri con un attacco ben organizzato”. Bastone e carota infine per Kluivert ormai diventato irrinunciabile tentazione: “Quando sono arrivato a Roma Kluivert necessitava di migliorare nel movimento difensivo. Ora vediamo un giocatore diverso, è intelligente ma deve continuare a lavorare nell’ultima scelta. E’ in un buon momento per lui

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